L’attività medico missionaria è affidata a comunità costituite da pochi membri di varie nazioni, che vivono insieme come famiglia, per testimoniare che è possibile la pacifica convivenza tra etnie e culture diverse in un’atmosfera serena e gioiosa.
In Italia ASI sensibilizza l’opinione pubblica sui problemi dello sviluppo delle popolazioni che vivono in condizioni disagiate con particolare riguardo al campo sanitario; prepara le giovani che intendono dare il proprio contributo professionale ai paesi in via di sviluppo dei vari continenti. Invia personale medico e paramedico nelle missioni dell’ associazione.
Nel sud del mondo l’associazione ha portato le sue comunità di vita consacrata a servizio della chiesa locale in ospedali, dispensari e campi profughi.
Si impegna in programmi di cooperazione sanitaria nei quali l’attenzione primaria è data all’uomo che soffre e conseguentemente a quegli aspetti della medicina che contribuiscono a migliorare lo stato di salute inteso come espressione di pienezza di vita.
Attualmente l’Associazione opera nella missione di St.Albert Hospital nel distretto di Centenary in Zimbabwe e nell’ospedale di Amala Matha in Karnataka India.
Le missionarie operano in zone rurali disagiate, offrono la loro professionalità e si adoperano affinché con il loro contributo si ponga l’accento sull’umanizzazione della medicina fondata su una visione che fa dei volontari persone che camminano insieme verso lo sviluppo. Nel corso dei difficili anni della loro missione sono state sempre sostenute dagli amici di Modena, Ferrara e Roma sia con l'invio di medicinali, attrezzature e viveri sia con le adozioni a distanza.
St. Albert è un villaggio situato in una zona rurale nel nord del paese.
La missione ospita circa 4.200 persone e si prevede che nei prossimi anni diventeranno 5.000 .
Nella missione c’è un ospedale con 140 posti letto e una rete di 14 cliniche distribuite in un vasto territorio; vi operano 4 medici e circa 30 infermieri oltre al personale amministrativo addetto ai servizi. Costituisce l’unica struttura sanitaria per circa 134.295 abitanti.
La missione, oltre all’ospedale comprende una struttura per ospitare le donne con gravidanza ad alto rischio (Shelter), una scuola infermieristica, le scuole primarie, secondarie e superiori, un orfanotrofio, una struttura che ospita i volontari e i missionari, la Parrocchia, la casa dei preti e delle suore.
Il personale dipendente (infermieri, insegnanti, personale di servizio) è ospitato con le loro famiglia in alloggi della missione. Nell’Africa subsahariana i villaggi non sono nuclei abitativi a carattere prevalentemente residenziale, ma sono agglomerati di servizi basilari quali pompa di benzina, bazaar, mercatino, taverna, piccole bancarelle ecc, attorno ai quali gravitano micro villaggi sparsi nella boscaglia.
Durante le visite nei villaggi un team segue l’andamento dei ragazzi in adozione, delle giovani vittime di violenza che sono ritornate a casa ed effettua anche visite nelle famiglie per identificare bambini disabili che verranno seguiti periodicamente in ospedale.
Dal 2020 la pandemia COVID19 e la guerra in Europa hanno avuto un impatto molto negativo sull’economia del paese che già soffriva per vari altri motivi. In questa situazione l’ospedale deve farsi carico dell’alimentazione non solo dei pazienti ricoverati ma molte volte anche dei loro familiari e dei familiari dei ragazzi in adozione.
A ciò si deve aggiungere che il fabbisogno alimentare della missione è andato via via crescendo nel tempo per l’aumento della popolazione ospitata.
ASI gestisce l’ospedale Amala Matha di 30 posti letto nel distretto di Shimoga, con una sala parto, sala operatoria, reparto di pediatria e radiologia. Cura anche una popolazione di 60.000 contadini che abitano nei 12 villaggi limitrofi.
Concretizza il suo impegno di volontariato e cooperazione allo sviluppo mediante una costante attività in vari ambiti.
Oltre alla cura dei malati i membri di ASI conducono nei villaggi, nelle scuole e nei vari gruppi frequenti campagne di divulgazione delle norme igienico-sanitarie per modificare abitudini e comportamenti al fine di migliorare lo stato di salute e di prevenire malattie respiratorie, gastrointestinali, tifo, tubercolosi, HIV, AIDS e diagnosticare le malattie non infettive (ipertensione, diabete, artrosi e altro).
L’ ospedale è dotato di un centro di fisioterapia e riabilitazione ben attrezzato.
Nei pressi dell’ ospedale da 15 anni la Diocesi di Bhadravathi ha aperto un centro diurno e residenziale per i malati di AIDS dove afferiscono tutti i pazienti del distretto di Shimoga, cosa che ha richiesto una collaborazione medica dei sanitari dell’ASI sia per il centro AIDS sia per un programma di educazione, prevenzione e cure nei villaggi.
Esprimo profonda gratitudine a coloro che ci hanno sostenuto durante questi anni e a chi si unirà a noi nel cammino che abbiamo intrapreso per offrire aiuto.
La solidarietà è il nostro unico mezzo per nutrire la speranza di migliorare le condizioni di vita di coloro che soffrono.
Con gratitudine,
Il Presidente dell'Associazione Sanitaria Internazionale (ASI)