Nei mesi di luglio e agosto dell'anno in corso, nella missione di S.Albert, abbiamo potuto assistere con tanta gioia all'arrivo dall'Italia di giovani che hanno dedicato parte delle loro vacanze alla conoscenza di una realtà tanto diversa da quella in cui vivono.
Nel mese di luglio due giovani geriatri di Modena, Maria Vittoria e Matteo, sono giunti nella missione sia per conoscere le problematiche dell'attività ospedaliera, sia per seguire la realizzazione dell'impianto fotovoltaico finanziato dalla CEI ed essere presenti nelle prime fasi della ristrutturazione del blocco operatorio finanziata da una famiglia di Reggio Emilia in memoria di un loro caro defunto. La loro presenza, insieme a quella di altri membri dell'associazione, è stata molto utile nel decidere le lievi modifiche da apportare (per la migliore ridistribuzione degli spazi interni nei limiti delle possibilità strutturali) al bellissimo progetto donato all'associazione da un architetto di Latina che opera nel settore.
Nel mese di agosto la dottoressa Sara Arakkal ha guidato un primo gruppo di studenti e giovani professionisti dell'associazione Missio Modena nella loro prima esperienza in Zimbabwe supportandoli nella conoscenza della realtà medica e sociale degli abitanti della missione. Hanno visitato l'ospedale, le scuole, la scuola infermieristica in cui hanno realizzato una disposizione della biblioteca che rendesse i libri più facilmente consultabili, i villaggi del distretto di cui hanno potuto comprendere le criticità dovute sia alle scarse risorse idriche sia alla distanza dalle fonti di acqua potabile, sia alla mancanza dei mezzi basilari di sussistenza.
IL secondo gruppo di giovani, composto da studenti in medicina e da un medico specializzando in malattie infettive inviati dal professor Giovanni Guaraldi, primario del reparto di Malattie Infettive dell'università di Modena, è stato seguito e supportato dalla dottoressa Sara Arakkal nella comprensione delle patologie esistenti nel territorio. Hanno potuto partecipare attivamente alle attività diagnostiche e terapeutiche dell'ospedale affiancati dai medici locali in un arricchimento reciproco scientifico e umano.
Ci auguriamo che tanti giovani seguano il loro esempio in futuro e che il mondo missionario diventi una parte importante della loro vita.