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Agricoltura all'Ospedale St. Albert

Progetto agricoltura per l’Ospedale di St.Albert

Nel distretto di Centenary l’insicurezza alimentare minaccia la vita quotidiana di tutta la comunità. La carenza di cibo ha conseguenze non solo sulla salute delle persone ma ha anche pesanti implicazioni di carattere più generale.

La denutrizione alimenta infatti un circolo vizioso fatto di carenze nutrizionali, mancanza di entrate economiche, necessità di trovare soluzioni immediate per sopperire al fabbisogno della famiglia e conseguente possibile coinvolgimento in attività spesso negative (prostituzione, spaccio di droga e altro), da cui deriva una maggiore diffusione di malattie come HIV e una riduzione del numero di persone in grado di lavorare. In questa zona le colture e l’allevamento del bestiame sono ridotte alla sussistenza, le attività sono mal gestite con conseguente deperimento del suolo e grande
spreco di acqua.

La maggior parte della popolazione, circa il 90%, servita dall’ospedale, ha come principale fonte di reddito la produzione agricola.
La missione possiede un appezzamento di terreno di circa 28 ettari ma attualmente l’irrigazione dall’invaso esistente permette la coltivazione di tre ettari e mezzo di ortaggi e cereali, altri 5 ettari sono coltivati a mais il cui raccolto dipende dalle piogge stagionali.

Il progetto si propone di aumentare l’estensione del terreno coltivato di proprietà della missione per accrescere l’autonomia dell’ospedale per la disponibilità di derrate alimentari diversificando le colture, impiegando sementi resistenti alla siccità che garantiscano raccolte in grado di rispondere almeno in parte alle necessità comunitarie, poiché il fabbisogno alimentare della missione è andato crescendo nel tempo per l’aumento della popolazione ospitata.

Dal 2002 l’intero Paese è stato colpito da forti siccità con conseguenze drammatiche sulla popolazione. In tutta la zona gran parte dei pozzi sono esauriti. Per garantire il fabbisogno alimentare e idrico della struttura ospedaliera ASI aveva realizzato a circa un chilometro dall’ospedale un invaso artificiale (diga in terra) che raccoglie l’acqua piovana nella stagione delle piogge (dicembre-febbraio), consente l’irrigazione dei tre ettari e mezzo coltivati nei periodi di siccità, ma la capacità dell’invaso non è sufficiente al fabbisogno idrico annuo della popolazione né permette di irrigare una superficie ampia del terreno.

Sarebbe necessario pertanto ripristinare la funzionalità di tutti i pozzi esistenti e potenziare un sistema di irrigazione che permetta di coltivare una maggiore estensione di terreno, diversificando le colture e usando sementi più resistenti alla siccità.

Progetto agricoltura
Progetto agricoltura
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